Il dolore pelvico cronico (CPP) colpisce fino al 15% delle donne e il 10% degli uomini con problematiche urologiche.
Il sistema endocannabinoide è un potenziale bersaglio farmacologico per il dolore pelvico poiché i recettori dei cannabinoidi sono altamente espressi nell’utero, nella prostata nella muscolatura pelvica e in altri tessuti non riproduttivi.
Si ipotizza che l’uso di cannabis sia comune per l’autogestione del CPP e un recente lavoro americano ha voluto determinare la prevalenza del consumo di cannabis in questa popolazione. Materiali e metodi: tra marzo e agosto 2019 è stata eseguita un’indagine trasversale di donne e uomini con dolore pelvico e perineale, dispareunia o endometriosi.
L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando JMP (SAS, Cary, NC). RISULTATI: Sono stati contattati un totale di 240 pazienti, con 113 risposte (tasso di risposta del 47,1%).
C’erano 26 pazienti che facevano uso di cannabis (23%). La maggioranza usava almeno una volta alla settimana (n = 18, 72%).
La maggior parte degli utenti (n = 24, 96%) ha riportato un miglioramento dei sintomi, inclusi dolore, crampi, spasmi muscolari, ansia, depressione, disturbi del sonno, libido e irritabilità.
Oltre un terzo (35%) ha dichiarato che l’uso di cannabis ha ridotto il numero di visite cliniche.
Gli effetti collaterali, tra cui secchezza delle fauci, sonnolenza e sensazione di “sballo”, sono stati segnalati dall’84% (n = 21).
Conclusioni: quasi un quarto dei pazienti con CPP riferisce di un uso regolare di cannabis in aggiunta alla terapia prescritta. Sebbene gli effetti collaterali siano comuni, la maggior parte degli utenti segnala un miglioramento dei sintomi. Questo studio evidenzia il potenziale della cannabis come opzione terapeutica per i pazienti con CPP.
Ultimamente il CBD (Cannabidiolo) sta assumendo enorme importanza da un punto di vista terapeutico, principalmente per due motivi:
Da un punto di vista farmacologico ha numerose applicazioni cliniche anche per la sua mancanza di effetti psicotropi ( mancanza di HCT )
Da un punto di vista legislativo non segue la legislatura adottata per la inflorescenza della cannabis
Anche il CBD esplica la sua azione farmacologica legandosi ai recettori del sistema endocannabinoide (CB1 e CB2) ma anche andando ad interagire con enzimi che indirettamente sono coinvolti nella cascata di trasduzione del segnale del sistema endocannabinoide.
Il CBD infatti svolge molteplici azioni
ANTIDOLORIFICA
ANTIOSSIDANTE
ANTINFIAMMATORIA
ANTIEMETICA
ANSIOLITICA
ANTICONVULSIONANTE ED ANTIPSICOTICA
Il CBD nel dolore e non solo
Oltre agli effetti appena citati il CBD riuscirebbe a migliorare anche una sintomatologia ‘’quotidiana’’ che colpisce un gran numero di persone come insonnia, situazioni ansiogene e il dolore associato a emicrania o dolore cronico. Grazie alla sua conformazione chimica che ‘’imita’’ i neurotrasmettitori normalmente prodotti fisiologicamente in situazioni flogistiche, il CBD renderebbe il dolore più sopportabile.