La terapia sostitutiva con testosterone aumenta il rischio di malattia nei pazienti con cancro alla prostata in sorveglianza attiva?

Gli autori dell’analisi hanno cercato di valutare l’effetto della terapia di sostituzione con testosterone (TRT) su pazienti affetti da cancro alla prostata localizzato che hanno optato per la sorveglianza attiva (AS).

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37423815/

Nel metodo adottato, è stata condotta una revisione retrospettiva del database di pazienti con cancro alla prostata. Sono stati identificati i pazienti che hanno ricevuto la TRT mentre erano in AS, e questi sono stati confrontati con un gruppo di pazienti anch’essi in AS, ma che non stavano seguendo la TRT, usando l’abbinamento dei punteggi di propensione. È stato utilizzato il metodo Kaplan-Meier per calcolare la sopravvivenza senza trattamento (TFS) e un modello di regressione di Cox multivariabile per valutare le variabili associate al trattamento.

I risultati, derivanti da un gruppo di 24 pazienti sottoposti a TRT abbinati a 72 pazienti non sottoposti a TRT, con un follow-up mediano di 5,82 anni, non hanno evidenziato una differenza significativa nella conversione al trattamento tra i due gruppi (24% vs 21%, P = 1,00). Analogamente, non è stata riscontrata una differenza significativa nella TFS. L’unico fattore riscontrato essere associato alla TFS è stata la densità dell’antigene prostatico specifico (PSA) (HR 1,08, IC 95% 1,03-1,13, P = 0,001).

Le conclusioni di questo studio sottolineano che la terapia di sostituzione con testosterone (TRT) non è associata a un aumento del rischio di progressione del cancro alla prostata nei pazienti che sono sottoposti a sorveglianza attiva (AS). Questo rappresenta un risultato rilevante, soprattutto considerando la percezione comune che l’uso di testosterone possa accelerare la crescita del cancro alla prostata.

I risultati di questo studio sono un passo significativo verso la destigmatizzazione della TRT nei pazienti con cancro alla prostata. Essi confermano che la TRT può essere utilizzata in modo sicuro ed efficace per trattare i sintomi della bassa produzione di testosterone negli uomini affetti da cancro alla prostata localizzato, senza un aumento concomitante del rischio di progressione del cancro.

La mancanza di un’associazione significativa tra l’uso di TRT e l’aumento del rischio di progressione del cancro alla prostata offre un quadro rassicurante per i medici che considerano la TRT come opzione di trattamento per i pazienti con bassi livelli di testosterone e cancro alla prostata.

Importante è anche il fatto che la densità dell’antigene prostatico specifico (PSA) è risultata essere l’unica variabile associata alla sopravvivenza senza trattamento. Questo suggerisce che, oltre ai livelli di testosterone, altri fattori, come la densità del PSA, dovrebbero essere presi in considerazione nella gestione dei pazienti con cancro alla prostata.

In conclusione, le scoperte di questa ricerca rafforzano l’importanza di un approccio personalizzato nel trattamento del cancro alla prostata. In particolare, questi risultati contribuiscono a sfatare il mito della pericolosità della terapia con testosterone nei confronti del cancro alla prostata, aprendo nuove possibilità di gestione dei pazienti con cancro alla prostata localizzato e bassi livelli di testosterone. Queste informazioni possono fornire ai medici un quadro più completo e un maggiore livello di comfort nel prendere decisioni terapeutiche per i loro pazienti.